Back

Sessant’anni di Associazione italo-svizzera per gli Scavi di Piuro: quante storie in una storia...

Un anniversario ricco di significato per la Val Bregaglia.

La serata s’intitolava “Una storia... nella storia”. Ma l’appuntamento dedicato ai sessant’anni dell’Associazione italo svizzera per gli scavi di Piuro, che si è tenuta all'inizio di dicembre all’oratorio di Borgonuovo, di storie ne ha fatte ricordare ed emergere più d’una. Grazie ai racconti di coloro che portano avanti oggi le attività, di chi ha seguito le prime campagne di scavi e dei figli dei fondatori italiani e svizzeri, il pubblico ha rivissuto le vicende dell’associazione dalla fine degli anni Cinquanta ad oggi. Questo spazio - il sito di Infopiuro - non è stato concepito per ospitare resoconti di eventi che si sono già svolti, ma considerata l’importanza di quest’anniversario facciamo, molto volentieri, un’eccezione. 
Il valore del lavoro svolto da quest’associazione, non solo sul territorio comunale di Piuro, è molto elevato, e non solo per quanto riguarda gli aspetti storici. Lo ha sottolineato, all’inizio della conferenza moderata da Aldo De Pedrini, il vicepresidente 
Maurizio Michael di Castasegna. «Le persone che sessant’anni fa hanno deciso di costituire un’associazione erano davvero avanti nel tempo, hanno affrontato degli argomenti che ancora oggi, almeno in parte, facciamo fatica a trattare – ha osservato il granconsigliere grigionese -. Discutiamo di cooperazione transfrontaliera, di programmi di sviluppo, ma che in realtà nascono molti anni dopo l’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro».Scrivere, discutere, appassionarsi di storia in Valchiavenna vuol dire spesso leggere e ascoltare gli interventi di Guido Scaramellini, che in quest’occasione ha ripercorso in modo appassionato la storia degli scavi – da quelli del Seicento all’Ottocento - e i primi decenni d’attività dell’associazione di Piuro. «Nel 1960 parlare di un’iniziativa italo-svizzera ha preceduto quello che oggi, a oltre sessant’anni di distanza, fatichiamo a mettere in pratica», ha sottolineato il presidente del Centro studi storici valchiavennaschi ricordando il cammino intrapreso dal fotografo bernese Hans Steiner e dai suoi collaboratori. Scaramellini, mostrando immagini d’epoca, ha citato i principali avvenimenti, che volentieri riportiamo. Nel 1960, proprio su per iniziativa di Steiner, nacque un Comitato italo svizzero per gli scavi di Piuro. Era presieduto da Jacob Otto Kehrli, presidente del Tribunale supremo di Berna. L’anno successivo nacque poi l’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro. Il primo presidente eletto fu un valpochiavino, Romerio Zala di Brusio, residente nella capitale svizzera, dove era a capo dell’Interpol. Insieme a loro c’erano Guglielmo De Pedrini, sindaco di Piuro, Steiner  che ricopriva la carica di segretario, poi sostituito nel 1962, alla morte, dallo scrittore Erwin Heimann, il cassiere Hannes Heinz e gli assessori Luigi Festorazzi, Giacomo Maurizio, Guido Scaramellini e Aenni Steiner. Nel 1965, nell’ambito dell’Associazione, venne costituito un gruppo regionale Chiavenna-Bregaglia, con l'obiettivo lungimirante di proporre una nuova figura da porre alla presidenza, qualifica ricoperta dal 1964 da Hans Hubacher di Berna, ingegnere e consigliere comunale. Alla presidenza si susseguirono quindi, per un biennio Heinrich Türler, residente a Wabern e capo dell'ufficio costruzioni del cantone di Berna, Giacomo Maurizio, landamano di Bregaglia e dal 1974 Lario Wazzau, anch’egli landamano di Bregaglia e coadiuvato dal vicepresidente Gulglielmo De Pedrini. Oltre a loro, Scaramellini ha citato numerosi cittadini di Piuro e Chiavenna che, nel corso dei decenni, hanno supportato l’associazione. «Il professor Festorazzi pubblicò sul primo numero di Clavenna, periodico del nostro centro di studi storici, il contenuto degli interventi scritti da Steiner per le tre conferenze programmate prima della sua improvvisa scomparsa, avvenuta al termine della prima di queste iniziative pubbliche – ha ricordato Scaramellini -. Nell’ultimo discorso, mai pronunciato pubblicamente, il fondatore affermava che “Piuro non sarà mai ridotta a un’avventura passeggera». È andata proprio così, visto che oggi, 59 anni dopo, l’associazione è ancora attiva. 
Tra la popolazione, in quegli anni, non mancava lo scetticismo nei confronti degli scavi. Ma c’erano anche persone decise a supportare questo impegno. «Voglio ricordare Roberto Lisignoli, che ci ha sempre appoggiato e ha sempre promosso le nostre iniziative – ha aggiunto Scaramellini -. Oltre a lui bisogna sottolineare che Festorazzi faceva sempre da trait d’union tra coloro che all’interno della comunità la pensavano diversamente. È sempre stato un grande estimatore della Svizzera e dei Grigioni. La sua capacità, insieme alla sua disponibilità, è sempre stata preziosa».Alla serata dei sessant’anni era presente anche la figlia di Hans Steiner, Suzanne Widmer Steiner (nella foto). «Questa è una grande festa anche per me, perché rappresenta un bellissimo ricordo di mio padre», ha sottolineato prima di donare alcuni libri e immagini di Hans Steiner.
Nella parte italiana della Bregaglia, come premesso, tra i più attivi componenti dell’associazione di furono Luigi Festorazzi – preside di vari istituti scolastici della città della Mera e convinto sostenitore delle relazioni tra Italia e Svizzera – e il sindaco di Piuro Guglielmo De Pedrini. I figli Giovanni Festorazzi e Maurizio De Pedrini (ex sindaco di Chiavenna), hanno raccontato come si viveva, nelle rispettive famiglie, questo interessamento nei confronti della storia dell’Antica Piuro. 
Il compito di fare il punto sull’andamento attuale delle attività dell’associazione è toccato al presidente Gianni Lisignoli. Negli ultimi anni, ha sottolineato, gli scavi curati dagli archeologi dell’Università di Verona hanno portato risultati straordinari come la scoperta di manufatti e sepolture molto antichi. Si è andati molto più in là del Diciassettesimo secolo, sia in termini di ritrovamenti, sia di ricostruzione della storia di un villaggio cresciuto con il commercio della pietra ollare in vari Paesi d'Europa. «Se affermassi che ci aspettavamo ritrovamenti di questo tipo direi una bugia. Avere rinvenuto una stratificazione che appartiene sostanzialmente al tardo periodo romano è un risultato gigantesco».
Gli scavi proseguiranno nel 2022 e a Roma, al ministero dei Beni culturali, si valuta la possibilità di finanziare la campagna anche negli anni successivi. «Siamo entrati in un percorso che sicuramente offrirà ulteriori elementi di conoscenza di questa valle e sull’importanza del transito che è avvenuto per secoli attraverso la Bregaglia».
Lisignoli ha sottolineato che nel 2005 lo statuto dell’associazione è stato rinnovato ed è stata ampliata la sfera degli interessi e delle attività, concentrando l’attenzione anche sulla storia dei piuraschi attivi in tutta Europa come banchieri, artigiani e architetti. «Abbiamo cercato di fare in modo che questi elementi venissero vissuti meglio in eventi che non fossero semplicemente per gli storici, ma iniziative dedicati anche all’arte, alla gastronomia e alla musica». L'elenco, come ben sanno coloro che frequentano Piuro, è lungo, e tra tutte le iniziative spiccano la Dieci giorni e il gemellaggio con la comunità di Lezajsk in Polonia dove operò l'architetto piurasco Antonio Pelacini. Tra gli obiettivi c’è la condivisione di queste manifestazioni con la popolazione di tutta la Bregaglia, proprio come auspicato dai fondatori e da coloro che hanno operato nei decenni passati nell’associazione. «La storia e l’arte possono portare benefici sia dall’una, sia dall’altra parte - è la conclusione di Gianni Lisignoli -. Bisogna fare sempre più sistema per fare in modo che questi elementi abbiano giuste ricadute per il territorio e la sua economia».

 

Utilizzando il portale accetti il nostro uso dei cookie e trattamento dei dati personali, per una migliore esperienza di navigazione.